II PARTE: offerta di prodotto
Disponibilità ricettiva
La Cooperativa "IL SORRISO" può accogliere fino a 51 ospiti: 30 utenti adulti maschi (struttura maschile) e 21 utenti complessivi,16 modulo madre-bambino e 5 donne senza figli (sperimentale) affetti da tossicodipendenza o alcolismo, anche in regime di arresti domiciliari e di affidamento sociale ai Servizi. Oltre a questi vi sono anche 26 posti disponibili nelle articolazioni territoriali (massimo 8 posti per la struttura Progetto Coppie e massimo 6 posti nei Reinserimenti Maschile, Femminile e Progetto Aria).
Si accolgono persone in regime farmacologico metadonico a scalare o a basso mantenimento.
Area di intervento
L'insieme delle attività previste nel programma terapeutico della Comunità "Il Sorriso" hanno l'obiettivo di favorire un'evoluzione negli individui orientata a facilitare la capacità di aderenza alla realtà, l'assunzione di responsabilità, di modalità di relazione e di comportamento che consentano lo sviluppo di processi creativi e realizzativi adeguati, tali da permettere il raggiungimento di una sufficiente autonomia e di un conseguente inserimento nella società.
Le attività proposte per conseguire gli obiettivi indicati sono molteplici e vengono realizzate a livello INDIVIDUALE attraverso colloqui terapeutici di sostegno, di conoscenza, motivazionali, di verifica; a livello GRUPPALE attraverso attività strettamente psicoterapeutiche, ergoterapiche, educativo-riabilitative, socio-culturali, ricreative e sportive.
Fasi del programma
Fase di Pre-Accoglienza
Si accettano ragazzi inviati dai Ser.T. Dipartimento delle Tossicodipendenze AUSL. Condizione indispensabile per l'entrata in C.T. è l'assunzione dell'onere della retta da parte delle Aziende U.S.L.. Le richieste pervenute in altro modo vengono indirizzate ai Ser.T. di competenza territoriale ai quali si chiede , in ogni caso, di presentare la situazione anamnestica personale, familiare, socio- sanitaria e le motivazioni dell'invio in C.T.
La Responsabile Generale della Comunità, che si occupa di questa procedura, dovrà sostenere una serie di colloqui (minimo due massimo quattro) conoscitivi, diagnostici, per valutare la richiesta e le motivazioni del soggetto, valutandone le prime reazioni di fronte all'impegno e quindi la coerenza rispetto alla richiesta, stimolandone la partecipazione attiva al fine di arrivare al momento contrattuale con la maggiore consapevolezza possibile.
La fase di pre accoglienza dura normalmente da venti giorni a due mesi questo in base alle caratteristiche e al contesto dell'utente. Se ci sono le condizioni per l'accesso al programma terapeutico, tale fase termina con la sottoscrizione del contratto che definisce le condizioni, i diritti, i doveri e le regole del vivere in Comunità nonché i tempi del programma. Si accettano utenti provenienti anche dal Carcere in detenzione domiciliare pertanto i colloqui si svolgeranno all'interno delle strutture penitenziarie. per poi effettuare un trasferimento in seguito.
Il programma di questa comunità è mediamente stabilito in 24 mesi, è suddiviso in quattro sottofasi:
- Fase di orientamento o accoglienza: va dall'ingresso in Comunità fino al 3° mese di programma;
- Fase motivazionale: va dal 4° mese fino al 6°;
- Fase clinica: va dal 7° mese fino al 15°;
- Fase di reinserimento: va dal 16° mese fino al 24° ;
È prevista un'appendice di programma ossia un prolungamento di altri 4-6 mesi se il Ser.T. inviante lo ritenga opportuno, in accordo con la Comunità.
Viene definita anche l'Area Genitorialità che nella struttura femminile accompagna tutto il programma terapeutico.
Fase di orientamento o accoglienza
Questa fase, come già detto, riguarda i primi tre mesi di Comunità, l'utente ha un proprio operatore referente con il quale sostiene il seguente lavoro terapeutico.
Gli obiettivi terapeutici che ci si pone per questa fase sono tendenzialmente i seguenti:
- acquisizione e condivisione delle regole di vita comunitaria;
- accettazione dell'autorità operativa;
- comunicazione e relazione verbale e non verbale con il gruppo dei pari;
- elaborazione della propria storia personale, tossicomanica e familiare attraverso la scrittura della propria autobiografia
In questa fase l'utente interrompe completamente i contatti con il mondo esterno e quindi non può fare né ricevere telefonate dai familiari e da altre persone a lui care, non può partecipare alle uscite ludico-ricreative organizzate dalla struttura (cinema, escursioni, ecc.), può scrivere e ricevere posta dopo il primo mese di permanenza. Solo in casi di emergenza, ad esempio visite mediche, ricoveri ospedalieri, udienze, processi, lutti familiari andrà accompagnato dal personale operativo.
Fase motivazionale
Questa fase va dal terzo mese al settimo, l'utente cambia operatore di riferimento ed ovviamente cambiano gli obiettivi e gli strumenti di lavoro.
Gli obiettivi terapeutici che ci si pone per questa fase sono tendenzialmente i seguenti:
- Identificazione dei bisogni;
- Espressione dei sentimenti e delle emozioni;
- Attivazione della rete sociale primaria ( genitori, moglie, figli, amici intimi);
- Approfondimento della storia di famiglia e della storia tossicomanica attraverso consulenze familiari specifiche.
In questa fase l'utente inizia a fare e a ricevere le telefonate dai familiari, dal partner o dagli amici, iniziano, concordate con l'operatore di riferimento, le visite dei familiari al loro congiunto in comunità ogni quindici giorni di sabato o di domenica; durante queste visite i familiari o il partner sono obbligatoriamente tenuti a sostenere colloqui di conoscenza e di verifica relazionale con l'operatore nonché ad attenersi con la massima trasparenza ai suggerimenti e alle norme comportamentali dettati dalla comunità. Dopo due mesi di visite in struttura, l'utente con i familiari possono effettuare un giro nel circondario di qualche ora, fermandosi anche per consumare il pranzo al ristorante.
Fase clinica
Questa fase ha come operatore di riferimento un educatore con formazione di tipo psicologico, l'utente entra in questa fase all'ottavo mese di programma e vi resta per circa dieci mesi.
Gli obiettivi che ci si pone per questa fase sono tendenzialmente i seguenti:
- Autoconsapevolezza, cioè entrare in contatto con i propri vissuti;
- rielaborazione dei temi che sono emersi dalla presa di coscienza;
- individuazione ed accettazione dei nuclei patologici della propria personalità,
- valorizzazione delle proprie risorse positive;
- attività di mediazione familiare tramite colloqui incrociati tra l'utente e le figure parentali più significative.
In questa fase iniziano i primi momenti di verifica esterna, effettuati insieme a familiari a cadenza quindicinale, l'utente deve concordare con il proprio operatore le modalità e i tempi della verifica sottolineando i bisogni e i limiti entro cui deve muoversi. L'operatore svolgerà al rientro dell'utente in struttura un colloquio di verifica sul suo stato psicologico ed emozionale. In questo momento l'utente dovrebbe avere acquisito le capacità per lavorare all'interno della fase più strettamente terapeutica, dove gli strumenti terapeutici fanno riferimento a quelli classici del "colloquio clinico" ossia confrontazione, provocazione, chiarificazione, gestione del conflitto, ecc...
Fase di reinserimento socio-lavorativo
In questa fase vi accedono gli utenti che hanno raggiunto gli obiettivi della fase precedente in modo brillante, l'operatore di riferimento cambia e si occupa del reinserimento familiare, sociale e lavorativo, nonché del distacco dalla struttura comunitaria per approdare ad un contesto di autonomia e di autoresponsabilizzazione.
Gli obiettivi che ci si pone per questa fase sono tendenzialmente i seguenti:
- autonomia economica e relativa gestione del danaro;
- gestione del tempo libero;
- costruzione e consolidamento della rete amicale e familiare;
- elaborazione della separazione dalla Comunità;
- scolarizzazione ( conseguimento di licenza/diploma );
- avvicinamento ed inserimento all'interno di Istituzioni di volontariato territoriali.
Tale fase comprende gli ultimi sei mesi di programma e consiste nel trasferimento dell'utente in un'altra struttura, distaccata di alcuni chilometri dalla comunità, insieme ad altri utenti. Congiuntamente devono governare la casa, pulire, riordinare, cucinare, l'operatore fa verifiche costanti. E' possibile dopo un paio di mesi di permanenza, con esito positivo, usufruire di un proprio mezzo di trasporto personale (automobile, motocicletta).
In questa fase l'utente viene inserito in un contesto lavorativo attraverso una borsa lavoro o un tirocinio formativo concordato tra la comunità e il Ser.T.
Area genitorialità
L'area genitorialità, specificità della struttura femminile, identifica un percorso parallelo al programma terapeutico generale (valido sia per comunità maschile che per quella femminile) è riguarda evidentemente tutte le utenti inserite in comunità con i propri figli. Comincia all'ingresso in struttura e travalica le specifiche fasi in cui una utente è inserita, durando per l'intero programma. Questo percorso parallelo è seguito da una educatrice ad hoc e riguarda tutto ciò che concerne la vita di relazione tra una madre e il proprio figlio, sia gli aspetti pratici (contatti con i servizi invianti, relazioni, incontri) che quelli più prettamente educativi.
Per il lavoro clinico specifico sulla genitorialità è presente per 4 ore settimanali una figura di psicologa con precipue mansioni ed una adeguata formazione sulle tematiche relative alla relazione genitoriale.
All'interno del lavoro sulla genitorialità sono presenti anche 2 operatrici addette ai minori il cui lavoro è prevalentemente rivolto all'accudimento dei bambini.
Osservando ed educando, comunque, le madri ad un adeguato soddisfacimento dei bisogni fondamentali dei propri figli.
Figure professionali
Ritenendo la professionalità ed il comportamento dei singoli operatori una componente essenziale per la qualità dei servizi erogati poniamo particolare attenzione alla competenza e capacità dei nostri operatori agendo sulla selezione del personale, sulla condivisione degli obiettivi da raggiungere, sull'addestramento professionale, sull'inserimento nel contesto comunitario e, successivamente, al loro costante aggiornamento professionale.
La struttura ha una equipe multidisciplinare composta da: Resp. Generale Area Terapeutica:
Titolo di Studio Idoneo ed Esperienza Professionale del Settore di almeno 5 anni; Responsabile di Unità Operativa:
Titolo di studio idoneo specifico oppure esperienza di almeno cinque anni nel settore; Educatore:
con titolo di studio idoneo o esperienza di almeno tre anni nel settore o attestato di operatore di comunità rilasciato dalla regione Emilia Romagna; Educatore Area Genitorialità:
titolo di studio specifico oppure esperienza nel settore almeno biennale; Psicologo Area Genitorialità;
Educatore Area Minori:
titolo di studio idoneo oppure esperienza maturata nella relazione con i minori. Operatore Tecnico:
con esperienze lavorative in ambiti artigianale di almeno tre anni.